venerdì 13 gennaio 2017

Io non ho donne


Suona la sveglia.
Sento la voce di mia mamma che mi chiama, mentre io cerco di fermare quell'odioso rumore che mi garantisce tutte le mattine un brutto risveglio.
Dopo mezz'ora mi ritrovo sul pullman al mio solito posto, solo, come ogni “sfigato”, come mi chiamano i miei compagni. Mi ritrovo in classe vicino ai miei soliti tre amici, che sono come me, un po’ imbranati e presi in giro dagli altri.
Passo le sei ore di scuola a fare disegnini sui libri e a pensare a Giulia, una ragazza di 4^C, bellissima, simpatica e molto intelligente che, ovviamente, a me un po’ piace. Penso continuamente a lei: a casa, a scuola e ovunque io mi trovi, penso a quanto staremmo bene insieme.
Suona la campanella, esco dal mondo dei sogni e mi dirigo verso casa.

Dopo pranzo inizio a fare i compiti, ma mi arriva un messaggio dal mio amico che dice di raggiungerlo al bar perché ha bisogno urgentemente di aiuto. Fortunatamente sono già vestito abbastanza bene, quindi giusto il tempo di mettermi le scarpe ed esco di casa. 
Arrivo al bar e vedo il mio amico seduto a un tavolo, così mi dirigo da lui chiedendogli cosa è successo e lui mi indica Giulia. Mi spiega che il messaggio era solo una scusa per farmi arrivare il più velocemente possibile e mi dice che Giulia è sola, quindi posso provare a parlarle.
Passo più o meno venti minuti a pensare se andare a parlare con lei, ma alla fine mi faccio forza e vado a sedermi al suo tavolo. Sono sempre stato impacciato a parlare con le donne, soprattutto con lei. Non ho mai avuto amiche femmine e non ho mai avuto fidanzate, e i pochi amici che ho sono messi nella mia stessa situazione, quindi incapaci di darmi consigli sull’argomento. 
Decido comunque di provare a spiaccicare almeno un “ciao”, e facendomi coraggio aggiungo anche “come stai?”. Scopro che non è così difficile parlarle e che lei è molto simpatica, quindi restiamo a chiacchierare per un po’. Usciamo dal bar e andiamo in un parco, continuando a parlare delle cose che ci piacciono, per conoscerci meglio. Diventa pomeriggio tardi, così ci mettiamo d’accordo per incontrarci il giorno dopo.
Il pomeriggio seguente mi preparo per uscire e vado al parco, dove dovevamo trovarci, ma quando arrivo trovo una brutta sorpresa: Giulia è con un altro ragazzo che di certo non è solo un amico.
Decido di andarmene e provare a non cercarla mai più, mi metto le cuffiette nelle orecchie e accendo la musica al volume massimo.

Mentre cammino per tornare a casa, mi scontro con una ragazza, mi tolgo le cuffiette, le chiedo scusa e alzo lo sguardo. Vedo una bellissima ragazza con i capelli castani e gli occhi di un misto blu-verde.
Le chiedo come si chiama e mi dice Sara, così iniziamo a parlare e a chiacchierare senza sosta per più di un’ora, il tempo con lei sembra scorrere veloce e così giunge il momento di tornare a casa, ma prima le chiedo in che scuola va e lei mi risponde che va al liceo scientifico, come me e mi dice che va in 4^A, la classe a fianco della mia. Decidiamo di vederci l’indomani davanti alle macchinette, so che non è un posto molto speciale, ma è l’unico in cui possiamo trovarci facilmente.
Le ore di lezione non passano mai, ma finalmente suona la campanella della ricreazione e mi fiondo alle macchinette, dove trovo Sara, così iniziamo a parlare per tutti i dieci minuti della ricreazione.

Torno a casa felice, lei mi scrive e io le rispondo, ci teniamo in contatto per un po’, fino a che capisco che ho trovato la ragazza perfetta, quella ragazza che mi capisce solo con uno sguardo, quella ragazza che so non mi abbandonerà mai.

Elena Carini

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