lunedì 16 gennaio 2017

Nebbia bianca

Mattina d’inverno nella cittadina di Plouhtown nello stato del Wisconsin, USA.
Una nebbia si appresta a ricoprire la città; non una normale nebbia dei periodi invernali, ma una nebbia strana, bianca come la neve e densa, con un aspetto quasi spettrale. 
“Nel momento in cui la nebbia ricopre per intero la città avviene la catastrofe nel giro di un secondo: auto che volano e poi precipitano al suolo riducendosi in rottami, tutti i circuiti elettrici saltano provocando incendi e poi la cosa peggiore: le persone a contatto con la nebbia muoiono, i più fortunati soffocano mentre altri esplodono in brandelli di carne e ossa” racconta Mark, un sopravvissuto, a Philip un agente delle forze speciali che lo sta interrogando.
Si era salvato perché lavorava fuori città e al momento della catastrofe stava guidando la sua auto sull'autostrada, ma aveva assistito lo stesso alla distruzione sia della sua famiglia sia della sua città. Alle 10.00 il resoconto del testimone era terminato, così Philip fa in tempo ad assistere alla riunione del generale che lo deve aggiornare sulle ultime notizie arrivate dal centro di controllo vicino a Plouhtown. 

venerdì 13 gennaio 2017

Io non ho donne


Suona la sveglia.
Sento la voce di mia mamma che mi chiama, mentre io cerco di fermare quell'odioso rumore che mi garantisce tutte le mattine un brutto risveglio.
Dopo mezz'ora mi ritrovo sul pullman al mio solito posto, solo, come ogni “sfigato”, come mi chiamano i miei compagni. Mi ritrovo in classe vicino ai miei soliti tre amici, che sono come me, un po’ imbranati e presi in giro dagli altri.
Passo le sei ore di scuola a fare disegnini sui libri e a pensare a Giulia, una ragazza di 4^C, bellissima, simpatica e molto intelligente che, ovviamente, a me un po’ piace. Penso continuamente a lei: a casa, a scuola e ovunque io mi trovi, penso a quanto staremmo bene insieme.
Suona la campanella, esco dal mondo dei sogni e mi dirigo verso casa.

Bianca Paura

La città era completamente avvolta da una nebbia spettrale. Nonostante ciò, nella periferia di Willis in una tavola calda le luci erano accese, al suo interno c’erano dieci persone che aspettavano che la fitta nebbia si diradasse. Tra queste persone c’erano due bambini con i loro i genitori, un cuoco, due cameriere e tre camionisti, due dei quali, Steve e Willy erano molto legati fin dalle scuole medie. Tutti pensavano che quella che li circondava fosse una normale nebbia, ma uno dei tre camionisti, Steve, la pensava in maniera diversa. Era convinto che quel giorno sarebbe stato il suo ultimo giorno di vita, sarebbero tutti morti, proprio come era successo a suo padre molti anni prima. 
Una notte di tanti anni prima, infatti, suo padre, mentre camminava lungo una strada, era scomparso improvvisamente inghiottito da una strana foschia e di lui non si era saputo più nulla. 
Steve cercava di avvertire le persone che oltre le mura di quell'edificio c’era qualcosa di mostruoso che non aspettava altro che qualche vittima uscisse dalla tavola calda o da qualunque altro edificio per divorarlo. Ma dicendo ciò, ottenne l’esatto contrario: i genitori dei bambini lo credevano un pazzo e furono molto turbati dal fatto che i loro figli di cinque e tre anni dovessero sentire tali cose. 
Willy cercò di calmarlo, gli diceva di smetterla ma non servì a niente. L’uomo era in panico. Fu allora che un cameriere prese una bottiglia di vetro vuota e gliela spaccò in testa, facendo cadere l’uomo a terra svenuto. Passò quasi un’ ora prima che l’uomo si risvegliasse, alzò lo sguardo e vide tutte le altre persone guardare fuori dalla finestra, quando all'improvviso un braccio orribilmente mutilato colpì la finestra lasciando cadere una scia di sangue fino al suolo. Si udì un grido agghiacciante, era la mamma dei bambini che prese subito i suoi piccoli tra le braccia. Gli altri rimasero paralizzati. Subito riconobbero il tatuaggio del cuoco. “Poveraccio, che brutta fine” gridò qualcuno piangendo.