mercoledì 1 marzo 2017

Il primo saggio di danza

Nero, ricordo di aver visto tutto nero quando si è aperto il sipario. Avevo quattro anni e non avevo idea di quello che stava per succedermi.
Ricordo che mia mamma mi aveva accompagnata nel teatro, dove mi aspettavano le mie amiche e la mia maestra di danza. Ero molto felice del fatto che le persone avrebbero visto come “ballavo”, ma ero anche molto impaurita, non sapevo che emozione si provasse a stare su un palco, con centinaia di occhi che ti guardano.
Quando mia mamma mi ha lasciata nelle mani della maestra, mi sono sentita più tranquilla, ma comunque non ero a conoscenza di come sarebbe stato quel palco e di come mi sarei sentita.
Ricordo ancora il profumo che ho sentito quando sono entrata nei camerini del teatro, era un profumo di “vecchio”. Ricordo anche il rumore dei vestiti quando venivano tolti dalla sacca e soprattutto ricordo le parole della maestra per farci stare tranquille.
Dopo un’ora di trucco, ovviamente rosa, e di preparazioni varie eravamo tutte pronte a salire sul palco, ma mancava ancora mezz’ora, così una ragazza di nome Elisa, che ci aiutava a prepararci, ci ha fatto fare un gioco. Eravamo felici anche se lei era molto severa: ricordo che aveva i rasta, era vestita in modo strano e mi faceva molta paura. Ora questa ragazza che mi faceva così paura è diventata la mia maestra di danza, e ho scoperto che è anche molto simpatica. Finito questo gioco era ora di salire sul palco, eravamo tutte in fila con le mani sui fianchi, ci hanno fatte sistemare sul palco, ma era tutto buio.
Il palco era decorato con fiori, non so ricordarne il colore. Aperto il sipario ho visto tutto nero e devo ammettere che mi sono anche un po’ spaventata, subito dopo hanno acceso le luci e ho visto centinaia di flash che mi accecavano e poi i miei genitori, mio fratello e alcuni miei parenti che mi salutavano.  Mi sono sentita sollevata e ho capito che non c’era niente di cui aver paura.
Quando è finito il saggio ho visto mio fratello con un mazzo di fiori in mano e tutti i miei parenti che mi facevano i complimenti.
Forse è stato proprio in quel momento che ho capito che volevo continuare a ballare e a sentire quell'emozione
unica che solo la danza sa farmi provare.

Elena C.

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