lunedì 18 aprile 2016

Pier Ernesto

... prima che Ulisse riuscisse ad arrivare a casa, finì su un isola deserta. Dopo 2 ore si trovò davanti un’aragosta alta 24 metri, i suoi poteri erano potentissimi, poteva sputare fuoco dagli occhi
fatto di fiamme blu che assomigliavano a quelle ossidriche e veleno dalla bocca che sembrava catarro giallo appiccicoso e caldissimo, in grado di corrodere e mangiare la carne umana, il suo nome era Pier Ernesto, detto lo Scatarrone. Il suo punto debole era la chela destra perché prima di essere trasformato in mostro una cuoca aveva cercato di cucinarlo e prima che riuscisse a scappare gli aveva intinto la chela in una pentola di acqua bollente. Il mostro era nascosto nella sua tana, tra gli scogli del mare e aspettava affamato qualche umano da attaccare, Ulisse non riuscì a scappare dalle sue trappole e cadde tra le sue grinfie. L’eroe cercò di non perdere la calma ma fu subito colpito da uno sputo di catarro che gli colpì la gamba e iniziò a corrodergliela fino a staccargli la pelle fino all’osso, Ulisse contraccambiò con l’attaccargli un occhio, fino a farglielo saltare fuori dalle orbite, quando cadde in acqua sembrò un geyser, talmente era incandescente. Lo Scatarrone spedì fiamme di lamento dall’altro occhio che bruciarono le sopracciglia di Ulisse. Quest’ultimo scoprì il punto debole del mostro e con mossa assai audace gli tranciò la chela destra facendolo cadere in mare morto.

Filippo Fariselli

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